1 dicembre@Palazzo Litta-Milano

PRELUDIO PRIMA DIFFUSA //  STANZE

Sarà all’insegna della poesia, dell’amore, della rivoluzione l’avvio del palinsesto dell’edizione 2017 di Prima Diffusa, coerentemente con il tema dell’opera presentata alla Scala, l’Andrea Chénier di Umberto Giordano.
Durante la serata del 1° dicembre gli spettatori saranno accolti nel cortile di Palazzo Litta da reading di popolari poeti, autori ed interpreti contemporanei.
Intanto, al primo piano di Palazzo Litta, il pubblico potrà immergersi nelle atmosfere decadenti dell’Andrea Chénier muovendosi tra sontuose stanze barocche in un percorso visivo e sonoro curato da nudoecrudo teatro.

VENERDI 1 DICEMBRE 2017
h19/23
PRELUDIO PRIMA DIFFUSA // STANZE
@Palazzo Litta, corso Magenta 24, Milano

regia Alessandra Pasi
drammaturgia Franz Casanova
suono  Luca De Marinis
scenotecnica Marco Preatoni
light design Paolo Casati
costumi Saverio Assumma
trucco Roberta Anzani, Barbara Nania
video Tommaso Pasi
con Franz Casanova, Antonello Cassinotti, Federico Faggioni, Alessandra Pasi
e con Oscar Agostoni, Roberto Barbieri , Silvia Caldarulo, Alessandra Ingoglia, Loredana Mazzola, Orlando Montella, Diego Palladino, Martina Yara Pasquali, Eleonora Parrello, Emanuela Passerini,  Shawn Pinciara, Diego Pleuteri,  Fabio Portaluppi, Chiara Stablum 

france10
Gli spettatori faranno il loro ingresso in un mondo lussureggiante ed eccessivo, ma già appannato e prossimo a sgretolarsi, popolato di alteri aristocratici in declino e malinconicamente rallegrato da guitti, musici e danzatrici. Come fantasmi potranno aggirarsi tra le stanze, accompagnarsi a nobili ed ectoplasmatiche teste parruccate e coronate, spiare con occhio vitreo le esibizioni dei giullari di corte, ammirare disincantati le grazie delle ballerine, muovere qualche svogliato passo di danza sulle musiche barocche e contemporanee del quartetto AltriArchi.
E tendere l’orecchio a sussurri e mormorii che si faranno tuoni, strepiti e rantoli.
Le voci dei Poeti, dapprima echeggianti lontane e lente per poi prendere il sopravvento, cantano, come vuole la tradizione, la Poesia e l’Amore.
Ma ad esse si unisce, terzo incomodo non richiesto né invitato, la Rivoluzione.
Che sia roboante rivolta contro l’ordine costituito, contro l’ancien regime o lo stato borghese, contro la religione, addirittura contro Dio, oppure più intima sedizione contro le convenzioni sociali, contro i ruoli imposti, contro la ragione, contro lo statuto dell’umano, contro lo stesso sé, la Poesia della Rivoluzione, la Rivoluzione della poesia, necessaria e impietosa, guasta la festa di gala e pretende a gran voce parole nuove, mondi giusti, amori veri.