Sulla Pelle

remix teatrale dell’Antigone tra il contro G8 di Genova e il grottesco quotidiano

slider

Premio “Periferie al centro” 2001  Borsa Teatrale “Anna Pancirolli” 2002
Selezione Scenaprima 2002  Vincitore Scena Prima 2003 – Teatro dell’ELFO Milano  XI Biennale Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo Atene 2003

 

drammaturgia, regia e Antigone Alessandra Pasi
tecnocrate del suono e Creonte Luca De Marinis
diapositive e Ismene Antonella Grieco
tromba e Polinice Graziano Gatti
video e Bodyguard Domenico Fusco
organizzazione Paolo Cantù
in collaborazione con Cascina Autogestita Torchiera Senz’acqua, Associazione “Amici di Anna”, Teatro della Cooperativa

Abbiamo riletto la storia di Antigone in chiave odierna, trovando nell’uccisione di Polinice l’uccisione di migliaia di oppositori alle regole del mondo così com’è; nell’atteggiamento di Creonte  la repressione di movimenti di respiro mondiale che si oppongono al dominio di una politica ultraliberista.
Alla storia di Antigone subentrano squarci della realtà che sta fuori , lo spettacolo altalena tra il punto di vista di Antigone e quello opposto, sostenuto ora da irregimentate conduttrici di telegiornale, ora da stereotipate soubrette, in un gioco di ruoli che Antigone interpreta  quasi a cercare,  ridicolizzando i suoi avversari, la determinazione della sua scelta.

Decisiva in questa lettura è stato l’aver vissuto direttamente la tensione e la smisurata violenza dei giorni del controG8 a Genova nel  luglio 2001: forte si è fatta sentire la necessità di parlare degli abusi quotidiani, del ricercarne i responsabili.

Così Antigone e  Polinice.
Così Creonte è uno ma indefinibile, perché non ha un volto ma migliaia di mani e braccia armate e  violente.
Così Ismene si crogiola nell’illusione di vivere nel “migliore dei mondi possibili” e deride la determinazione, la sete di giustizia e libertà dei suoi fratelli.

Forte della convinzione che soltanto conoscendola si può davvero imparare dalla storia, Antigone non si stanca di ripetere, di ricordare, di risvegliare la memoria sopita di chi, come noi, è vittima di una costante  opera di annebbiamento e di appiattimento.

Abbiamo prodotto uno spettacolo musicato, in scena un’attrice ed un trombettista, intorno a loro si muovono un tecnico del suono, un’ illustratrice/proiezionista ed un operatore video.
Ognuno nel suo ruolo, e non solo. Tutti  in scena, comunque.
Alla ricerca di nessuna finzione, con l’idea che lo spettacolo è fatto da chiunque ci lavora, davanti o dietro le quinte;  senza di queste che cosa si può guardare allora?

Un lavoro collettivo, che ci ha portato ad usare la televisione “in diretta”,  situazioni da TG, idiozie da varietà, storpiamenti della realtà, notizie fresche di giornata e  foto di giornali  nel tentativo di sfatare il mito della TV-VERITA’.   Vogliamo mettere in luce il concetto dall’interno, facendoci parte del sistema mediatico, dei suoi codici, delle strategie che ne stanno alla base, perché siamo  convinti che  in larga parte siano loro il veicolo di tanto diffusa e pericolosa omologazione delle culture e dei bisogni.

  • Video